Festival del Lavoro 2016 e Politiche Attive

02_2016_festival_del_lavoroSi è tenuto a Roma il Festival del Lavoro, manifestazione organizzata dai Consulenti del lavoro che ha visto la partecipazione quasi bulgare di politici, ministri ed istituzioni, parti sociali, ecc, ecc

Quello che sembra essere emerso è l’intenzione del governo (a detta del Ministro Poletti) di puntare ed accelerare sulle Politiche Attive: “servano le politiche attive, che nel nostro paese si sono dichiarate molte volte, ma non si sono mai fatte” preso atto che anche secondo il Ministro del Lavoro le politiche attive “non si sono mai fatte” e felici del fatto che anche secondo il Ministro siano prioritarie, viene da chiedersi se  a farle debba essere proprio il suo Ministero o qualcun’altro.

Per definizione le POLITICHE ATTIVE sono una serie di interventi, che a logica dovrebbero essere strutturati e realizzati con una vision di medio lungo periodo, atti a incrementare l’occupabilità e l’occupazione della popolazione che ha perso il lavoro (disoccupati) o che non sono mai entrati nel mondo del lavoro (inoccupati)

tra queste le principali sono:

  • le attività di orientamento dei lavoratori che hanno perso il lavoro partendo appunto dalla analisi delle competenze e delle capacità acquisite al fine di migliorarle e renderle più spendibili all’interno di un mercato che è sempre in dinamica evoluzione
  • le attività di formazione e riqualificazione professionale o di base, che seguono di solito l’attività di orientamento e valutazione delle potenzialità del lavoratore
  • tutte le attività che si propongono di adeguare e limitare il gap presente nel mercato del lavoro tra domanda ed offerta
  • gli incentivi alle imprese che assumono lavoratori e/o che li stabilizzano
  • le attività mirate all’incentivare l’autoimprenditorialità e la la creazione di nuove aziende

I soggetti che in Italia sono “attivi” ed operanti in uno o più delle linee di intervento di cui sopra, sono veramente tanti (Stato centrale, Ministeri, Amministrazioni Territoriali come Regioni Province, Camere di Commercio, Centri per l’Impiego, vari Enti Pubblici ed Agenzie Pubbliche che gestiscono le linee di finanziamento ed agevolazione, le Agenzie per il Lavoro, i soggetti privati Accreditati per i Servizi al Lavoro ed i soggetti privati Accreditati per i servizi alla Formazione, ecc, ecc

Purtroppo in Italia, anche su queste come su molte altre dinamiche, ogni Ente Pubblico o Pubblica Amministrazione, la fa un po’ da padrone, legiferando secondo proprie criteri di intervento e generalità di urgenza senza una politica o una linea guida nazionale e magari a volte sovrapponendosi ad altre linee già attive.

 

 

 

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